
Era il 3 ottobre 1839 quando, alla presenza di Ferdinando II Re delle Due Sicilie, venne inaugurata la Napoli-Portici, prima linea ferroviaria italiana a doppio binario lunga 7,2 chilometri. Fu questo uno dei molti primati del Regno delle Due Sicilie, allora potenza leader a livello della tecnica, come dimostra il fatto che Napoli fu la terza capitale in Europa, dopo Londra e Parigi, ad avere le strade illuminate a gas e che la prima linea di telegrafo elettrico vide la luce nel 1851 e metteva in comunicazione Caserta con Capua.
La locomotiva chiamata Vesuvio
Il primo convoglio della linea Napoli-Portici era composto da otto vagoni trainati da una locomotiva a vapore, chiamata Vesuvio, fabbricata dalla ditta inglese Longridge. La mattina del 3 ottobre 1839, il Re si recò nella villa del Carrione al Granatello di Portici dove era stato allestito il padiglione reale, lì ricevette il costruttore e gestore Armando Giuseppe Bayard e la sua squadra di ingegneri al suo seguito e insieme presero posto sul convoglio inaugurale verso Napoli. Ferdinando II, tenne un discorso in francese con il quale auspicò di veder realizzata la ferrovia fino al mare Adriatico. A mezzogiorno in punto ordinò la partenza. Per coprire più di 7 km di lunghezza dell’itinerario ci vollero circa nove minuti e mezzo.